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autopresentazione
1975
Il mio
interesse principale è, per ora, il verificare
quali possibilità di comunicazione visiva hanno
forma, colore, movimento.
Ritengo impossibile operare visivamente al di
fuori di questi canali per le seguenti ragioni:
1 non è possibile dire o raccontare visivamente
quando la comunicazione basata sulla parola
detta o scritta ha raggiunto gli attuali livelli
di qualità, l'attuale velocità di diffusione;
2 non è possibile documentare visivamente quando
esistono mezzi tecnici tanto perfezionati quali
la macchina fotografica, la cinepresa, la
televisione;
3 non è possibile "rappresentare" perché questo
è compito del teatro e di tutte le azioni da
esso derivate.
Quindi sento la necessità di verificare partendo
dalla natura per mezzo di una nuova angolazione
prospettica.
La comunicazione visiva non dovrebbe imitare la
natura ma nascere dalla natura.
“ Il passato deve servire il presente”.
Non imitare la natura significa uscire da quella
natura che, per consuetudine percettiva, per
formazione ed informazione carente e distorta,
siamo abituati a vedere ogni giorno.
Nascere dalla natura vuoi dire partire dalla
conoscenza della natura che analiticamente e
concettualmente abbiamo scoperto approfondendo
l'analisi.
Partire cioè dall'interno e non più dall'esterno
della natura e stimolare così, in altro modo, la
creatività.
Ho indirizzato la ricerca sulle tre forme
primarie: quadrato, triangolo, cerchio.
Ho cercato di verificare visivamente cosa
avviene attraverso l'espansione o la riduzione
di queste forme nello spazio.
Espansione riduzione che ho visualizzato
ingrandendo o riducendo queste forme in se
stesse per mezzo di sequenze matematiche
ottenendo una doppia lettura della
visualizzazione. Dal centro verso l'esterno, o
dall'esterno verso il centro.
Questa condizione di instabilità relatività non
è legata alla sola espansione riduzione della
forma in se stessa.
Organizzando le forme con un andamento rotatorio
sistematico si ottengono risultati analoghi.
Ho verificato la non staticità della forma per
come si manifesta attraverso le deformazioni che
avvengono applicando alla sua struttura linee
forza di trazione o di compressione. Programmando
le linee di forza con sequenze matematiche si
giunge alla visualizzazione di una nuova forma
diversa e nello stesso tempo conseguente alla
forma iniziale. L'instabilità della forma è
altresì verificabile scoprendo ed evidenziando le
strutture interne di una forma composta.
Il colore interviene nel mio lavoro non come
applicazione intuitivo soggettiva, ma come ricerca
sistematica in soluzione dì continuità con la
ricerca formale.
Qualità del colore: partendo dai tre colori
primari giallo, rosso, blu; ho organizzato la
scala cromatica di massima saturazIone sul
rapporto matematico: 3 6 12 24 48… ecc.
Tono del colore: chiaro scuro; verifica di
mutamento del colore verso il polo bianco e verso
il polo nero della sfera cromatica.
Quantità del
colore: in rapporto alle dimensioni delle forme
che lo contengono, verifica per determinare
l'esatto grado di contrasto e l'influenza che
nasce dai contrasti simultanei.
Carattere e percezione del colore: caldo freddo;
attivo passivo: analisi della staticità o del
movimento del colore in sé ed in rapporto agli
accostamenti ed alle scale cromatiche attraverso
cui si modifica. Superficie e matericità dei
colore: lucido opaco, trasparente-denso, liscio
ruvido; verifica dei comportamenti del colore
attraverso il rapporto con il grado dì
assorbimento o di rifrazione della luce prodotto
dalle caratteristiche fisiche della materia.
Il movimento interviene in queste ricerche, non
come manifestazione reale o meccanica, ma come
manifestazione virtuale che si realizza col
continuo mutamento delle forme e dei colore in cui
situazione iniziale e situazione finale vengono a
coincidere.
piero risari 1975
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hanno scritto di lui:
• bruno munari 1975
• bruno munari 1977
• bruno munari 1987
• luciano caramel 1975
• carlo belloli 1978
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autopresentazione anni 70
• autopresentazione 1975
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