piero risari pittore

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Piero Risari - Pittore -
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Critica: Bruno Munari,Luciano
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il simbolismo del colore

l. Se la cromatologia si è molto evoluta, in particolare in questi ultimi anni sotto l'influenza di Kandinsky, Herbin e Henri Pfeiffer, la simbologia del colore conserva tutto il suo valore tradizionale. 2. Il primo carattere del simbolismo dei colori è la sua universalità, non soltanto geografica; esso è presente a tutti i livelli dell'essere e della conoscenza (cosmologica, psicologica, mistica, ecc.); le interpretazioni possono variare (il rosso, per esempio, può ricevere diversi significati a seconda delle aree culturali), ma i colori restano, sempre dappertutto, i supporti del pensiero simbolico. I sette colori dell'arcobaleno (fra i quali l'occhio può in realtà distinguere più di 700 sfumature) sono stati messi in corrispondenza con le sette note musicali, i sette cieli, i sette pianeti, i sette giorni della settimana, ecc.; taluni colori rappresentano gli elementi: il rosso e l'arancione: il fuoco; il giallo o il bianco: l'aria; il verde: l'acqua; il nero o il marrone: la terra. Essi rappresentano anche lo spazio: l'azzuro, la dimensione verticale, azzurro chiaro in cima (cielo) azzurro scuro alla base; il rosso, la dimensione orizzontale, più chiaro a oriente, più scuro a occidente. Rappresentano anche: il nero, il tempo; il bianco, l'intemporale; e tutto ciò che accompagna il tempo, l'alternanza dell'oscurítà e della luce, della debolezza e della forza, del sonno e del risveglio. Infine, i colori opposti come il bianco e il nero indicano il dualismo intrinseco dell'essere. Un vestito bicolore; due animali l'uno di fronte all'altro o addossati, uno bianco e uno nero; due danzatori, uno bianco e uno nero ecc.: queste immagini colorate traducono i conflitti di forze che si manifestano a tutti i livelli d'esistenza, dal mondo cosmico al mondo più intimo, il nero rappresentando le forze notturne, negative e involutive, il bianco le forze diurne, positive ed evolutive.
Occorre ricordare che l'oscurità è il dorninio del germe e che il nero, come è stato ben sottolineato da C.G. Jung, è il luogo delle germinazioni: è il colore delle origini, degli inizi, degli occultamenti, nella loro fase germinale, precedente all'esplosione luminosa della nascita. Forse è questo il significato delle Vergini nere, dee delle germinazioni e delle caverne, come l'Artemide di Efeso dal volto scuro e luminoso.

2. I colori presentano un simbolismo cosmico e intervengono come divinità in diverse cosmogonie; svolgono un ruolo importante, per esempio, nel racconto della creazione dei Sole presso i Navaho: «I Navaho avevano già parzialmente separato la luce nei suoi diversi colori. Presso il suolo era il bianco, che indicava l'alba; sul bianco era diffuso l'azzurro, per il mattino; sopra l'azzurro era il giallo, simbolo del tramonto del sole; e su questo era il nero, immagine della notte». Nel corso del mito, il bianco si presenta poi sotto forma di perle, mentre l'azzurro ricorre sotto forma di turchese.
Secondo lo stesso autore il simbolismo cosmico dei colori presso gli Indiani Pueblo è il seguente: Giallo Mais = Nord; Azzurro = Ovest; Rosso = Sud; Bianco = Est; Macchiettato: Al di sopra; Nero = Al di sotto; luogo del focolare acceso, Centro del Mondo = Multicolore. Presso gli Indiani della Prateria: Rosso = Ovest; Azzurro = Nord; Verde = Est; Giallo = Sud.
Secondo gli Andamani, l'uomo possiede un'anima rossa e uno spirito nero; dall'anima viene il male e dallo spirito il bene. Secondo Erodoto la città di Ecbatana aveva sette mura dipinte con i colori dei sette pianeti ed era concepita come un microcosmo.
In certe tradizioni agrarie europee, si dipinge sull'ultimo covone della mietitura una testa nera con le labbra rosse: originariamente, i colori magicosimbolici dell'orgasmo femminile. In occasione della festa indiana della vegetazione, il Loli, si scatena un'orgia collettiva durante la quale gruppi di uomini e di bambini percorrono le strade aspergendosi con polvere di holi e con acqua arrossata, essendo il rosso il colore vitale per eccellenza.
Gli Aztechi, come la maggior parte dei popoli amerindi, hanno una sola parola per designare l'azzurro o il verde; il simbolismo delle pietre azzurre o bluverdi presso di loro è doppio: da un lato un simbolismo solare, associato al turchese, pietra del fuoco e del sole, segno di siccità e di carestia (l'azzurro o il verde è qui un succedaneo del rosso); dall'altro, il blu verde della pietra chalchiuite che si introduceva a guisa di cuore nel corpo dei morti è un simbolo lunare di fertilità, di umidità e una promessa di rinascita. Questo è lo stesso colore del serpente piumato (le piume blu verdi dell'uccello Quetzal, simbolo della primavera) e del pesce chalchiuitl.
Per molti Indiani dell'America del Nord, a ciascuno dei sei settori cosmici è associato un colore sacro: il Nord è Giallo, l'Ovest è azzurro; il Sud rosso, l'Est bianco; lo Zenit (l'alto) è multicolore; il Nadir (basso) nero.
Per gli Alakaluf della Terra del Fuoco, l'uomo occupa il centro di una sfera ideale, in cui i quattro venti sono rappresentati da quattro colori simbolici: azzurro = cielo, Nord; verde = Terra, Sud; rosso = sole levante, Est; giallo = roccia, cioè le montagne rocciose dietro cui cala il sole, soggiorno occidentale del Tuono e dei morti.

3. I colori rispondono anche a un simbolismo di ordine biologico ed etico. Presso gli Egizi, per esempio, il valore simbolico dei colori interviene molto spesso nelle opere d'arte. Il nero è «segno di rinascita postuma e di sopravvivenza eterna»; è il colore del «bitume che impregna la mummia», il colore degli dei Anubis e Min, il primo che introduce i morti nell'altro mondo, il secondo che presiede alla generazione e alle messi. Il verde tinge talvolta il nero Osiride, perché è il colore «della vita vegetale, della gioventù e della salute. La pelle di Amon, dio dell'aria, si tinge di azzurro puro. Il giallo era l'oro, la carne degli immortali. Il bianco era anch'esso fausto e gioioso... Il rosso è, nella sua connotazione migliore, violenza temibile; nella peggiore, perversa malvagità. Il rosso è il colore maledetto, quello di Seth e di tutto ciò che è dannoso. Gli scribi intingono la loro penna nell'inchiostro rosso per annotare le parole di cattivo augurio, come i nomi di Apopis, il demone serpente delle sciagure, o di Seth, il dio del male, il Tifone del Nílo».

4. Il simbolismo del colore può assumere anche valori eminentemente religiosi. Nella tradizione cristiana il colore è partecipazione della luce creata e increata; le Scritture e i Padri della Chiesa esaltano continuamente la grandezza e la bellezza della luce. Il Verbo di Dio è detto «luce che viene dalla luce» e gli artisti cristiani, di conseguenza, sono i più sensibili a questo riflesso della divinità che è «la struttura luminosa dell'universo. La bellezza dei colori nelle miniature e nelle vetrate è straordinaria... L'interpretazione dei colori si ricollega alle norme dell'antichità, evocando le pitture egiziane arcaiche. Il colore rappresenta una forza ascensionale in questo gioco di luce e ombra nelle chiese romaniche, dove l'ombra non è l'inverso della luce, ma l'accompagna per meglio valorizzarla e collaborare alla sua espansione... Vi è una presenza solare magnifica non soltanto nella chiesa, ma nella liturgia che celebra l'incanto del giorno».
Tuttavia, per lottare contro l'eccessiva seduzione esercitata dalla natura su coloro che non ricollegano direttamente a Dio le sue bellezze, san Bernardo raccomanda il chiaroscuro nell'architettura cistercense; un capitolo del suo Ordine esige che le lettere iniziali abbiano un solo colore e siano senza fioriture. Nonostante ciò, Suger macina lo zaffiro per ottenere l'azzurro dei suoi vetri. Non bisogna contentarsi di ammirare la bellezza dei colori, ma bisogna coglierne il significato ed elevarsi, tramite essi, fino alla luce del Creatore. L'arte cristiana è giunta a poco a poco, senza farne una regola assoluta, ad attribuire il bianco al Padre, il blu al Figlio, il rosso allo Spirito Santo; il verde alla speranza, il bianco alla fede, il rosso all'amore e alla carità, il nero alla penitenza, il bianco alla castità.
Per Filone di Alessandria, quattro colori riassumono l'universo rappresentando i quattro elementi costitutivi: il bianco, la terra; il verde, l'acqua; il violetto, l'aria; il rosso il fuoco.
Gli abiti liturgici o i paramenti da cerinionia che completano questi quattro colori rappresentano l'insieme degli elementi costitutivi del mondo e associano così la totalità dell'universo alle azioni spirituali.

5. Anche in Africa il colore è un simbolo religioso, carico di significato e di potenza. I diversi colori sono altrettanti mezzi per accedere alla conoscenza dell'altro e agire su di lui. Essi sono investiti di un alone magico: «il bianco è il colore dei morti. Il suo significato rituale va ancora oltre: colore dei morti, serve ad allontanare la morte e gli si attribuisce una grande potenza curativa. Spesso, nei riti d'iniziazione, il bianco è il colore della prima fase, quella della lotta contro la morte...
Il giallo ocra è il colore neutro, intermedio, quello che serve a decorare i fondi, poiché è il colore della terra e delle foglie morte... Il rosso è il colore del sangue, colore della vita... Le giovani madri, i giovani iniziati, gli uomini maturi nei riti stagionali, sono tutti ornati di rosso e gocciolanti di unguenti. Il nero, colore della notte, è colore della prova, della sofferenza, del mistero. Può essere il nascondiglio dell'avversario negli agguati... Il verde è impiegato raramente da solo, le foglie verdi sono ornamento degli iniziati nella fase della vittoria della vita».

6. Nelle tradizioni islamiche, il simbolismo dei colori è molto ricco e permeato anch'esso di credenze magiche.
A) Gli animali neri sono considerati nefasti: un cane nero causa la morte nella famiglia; le galline nere sono impiegate nella stregoneria. Il nero è anche utilizzato come incantesimo contro il malocchio o per influire sul tempo, secondo il principio della magia omeopatica. Il bianco, colore della luce, è, al contrario, di buon augurio: una virtù magica è attribuita al latte, in parte per il suo colore; a Fez, durante le feste di fidanzamento, i promessi bevono latte per rendere la vita bianca. Nei matrimoni in campagna si cosparge la sposa di latte. Farina, latte e uova sono i cibi favorevoli, come pure il candido argento. Quando una persona è malata e si legge su di essa un incantesimo o le si fa una magia, bisogna che essa dia al medico o allo scriba qualcosa di bianco.
Anche il verde è di buon augurio: è simbolo della vegetazione; offrire a qualcuno un oggetto verde, soprattutto al mattino, gli porta fortuna; si getta dell'erba in direzione della luna nuova per rendere il mese verde, cioè benedetto. Inoltre si ritiene che la verzura, cresciuta grazie all'acqua, fonte di vita, produca un effetto benefico sul morto, trasmettendogli l'energia vitale. In alcune zone del Marocco si pongono anche rami di mirto o foglie di palma sul fondo della tomba.
Il giallo, colore dell'oro e del sole, possiede una virtù magica; lo zafferano deve le sue proprietà curative al suo colore.
B) I colori veicolano anche a un altro livello di simboli: per i mistici, una scala di colori rappresenta le manifestazioni della Luce assoluta nell'estasi. Così, in Jalál Al Din Rúmi, una scala va dall'azzurro al rosso, al giallo passando per il bianco, il verde, l'azzurro chiaro, fino alla luce senza colore. Un'altra scala va dal bianco (colore dell'Islam), al giallo (colore del credente), al blu scuro (colore della buona azione), al verde (colore della pace), all'azzurro (colore della certezza intuitiva), al rosso (colore della Gnosi), al nero (colore dell'Esistenza divina, cioè il colore in senso proprio, nel quale sono compresi tutti i colori e nel quale non se ne possono riconoscere altri).
Secondo Rúmi, il rosso e il verde rappresentano anche la grazia divina che porta all'anima il messaggio della speranza quando essa si trova nell'oscurità. Il rosso proviene dal sole e, per questo, è il migliore dei colori.
Secondo il metodo del dhikr (invocazione del Nome divino), presso i maestri naqshbandìti, si distinguono i centri sottili dell'essere umano associandovi le luci corrispondenti; quindi, la luce del cuore è gialla; la luce dello spirito è rossa; la luce del centro sottile, detto il segreto, bianca. Il centro detto nascosto è nero. «Il più nascosto ha una luce verde».
Jili, nel suo trattato sull'Uomo Perfetto (Insan al kamil dichiara che i mistici hanno visto i sette cieli elevantisi al di sopra delle sfere della terra, dell'acqua, dell'aria e del fuoco e che possono interpretarli per gli uomini sublunari: a) Il Cielo della Luna, invisibile per la sua sottigliezza, creata dalla natura dello Spirito, dimora di Adamo; il suo colore è più bianco dell'argento; b) Il Cielo di Mercurio, dimora di alcuni angeli, creato dalla natura del pensiero; il suo colore è grigio; c) Il Cielo di Venere, creato dalla natura dell'immaginazione, dimora del Mondo delle Similitudini; il suo colore è giallo; d) Il Cielo del Sole, creato dalla luce dei cuore; e) Il Cielo di Marte, governato da Izrail, angelo della morte, questo cielo, creato dalla luce del giudizio, è di colore rosso sangue; f) Il Cielo di Giove, creato dalla luce della meditazione e abitato dagli angeli con a capo Michele, è di colore azzurro; g) Il Cielo di Saturno, creato dalla luce della Prima Intelligenza; il suo color è nero.
C) Lo stesso autore descrive i sette limbi della terra, anch'essi corrispondenti a taluni colori: a) La Terra delle Anime, creata più bianca del latte ma divenuta colore della polvere dopo che Adamo ebbe camminato su di essa dopo la Caduta, a eccezione di una regione nordica, abitata dagli uomini del Mondo Invisibile; b) La Terra delle Devozionì, abitata dai Ginn che credono in Dio. Il suo colore è quello dello smeraldo; e) La Terra della Natura, dal colore giallo zafferano, è abitata dai Ginn non credenti;d) La Terra della Cuncupiscenza, abitata dai demoni, è di colore rosso sangue; e) La Terra dell'Eccesso (arz al tughyán), abitata dai demoni, è di colore azzurro indaco;
j~ La Terra dell'Empietà (arz al ilhdd), è nera come la notte; g) La Terra della Miseria (arz al ahaqawá), suolo dell'Inferno.
D) Dai sette cieli e dalle sette terre, passiamo all'uomo interiore e ai sette colori degli organi della fisiologia sottile. Secondo Alá Al Daula Semanani (XIV secolo) «la colorazione caratteristica delle luci, corrispondenti ai veli che avvolgono ciascuno i relativi centri sottili, rivela al pellegrino la tappa della crescita o dell'itinerario spirituale in cui egli si trova. La luce del corpo (l'Adamo del tuo essere) è di colore grigio fumo, tendente al nero; quella dell'anima vitale (il Noè del tuo essere) è azzurra; quella del cuore (Abramo) è di colore rosso; quella del foro interno (Mosè) è bianca; quella dello spirito (David) è gialla; quella dell'arcano (Gesù) è di un nero luminoso; quella del centro divino (Maometto) è di colore verde vivo, perché il verde è più appropriato al segreto del mistero dei Misteri.
E) I colori hanno, nell'Islam, anche un significato politico: il nero è entrato, con gli Abbasidi, negli emblemi del Califfato e dello Stato in generale e gli stendardi neri sono diventati il simbolo della rivolta abbàside.
Secondo Búkhari, il Profeta portava un turbante nero il giorno del suo ingresso alla Mecca; si dice che anche il suo stendardo personale, detto AI 'Ikab, fosse nero (ma, secondo altre tradizionì, era verde).
Un detto afferma che gli Arabi indossavano un turbante nero solo quando avevano da compiere una vendetta.
Il nero era il colore del lutto in Iran e questa usanza si è trasmessa all'Islam. Lo storico magrebino Makkarí dice che, presso gli antichi Musulmani spagnoli, il bianco era segno di lutto, ma, presso quelli Orientali il colore del lutto era il nero.
Si trovano così congiunte le nozioni del lutto, di vendetta e di rivolta.
Il Califfo portava un mantello nero e un'acconciatura alta dello stesso colore; ci si recava a palazzo vestiti di nero e i notabili andavano alla moschea indossando vestiti neri; i vestiti d'onore erano neri, come anche nero era il guardaroba di un grande personaggio, le stoffe, le cortine della sala d'udienza. Il velo della Ka'ba è nero. Indossare vestiti bianchi veniva imposto come punizione.
Poiché il colore nero era l'emblema degli Abbasidi, gli Alidi, per opposizione, adottarono il verde; all'inizio del suo regno il califfo Ma'mun, simpatizzante degli Alidi, aboli l'uso del nero.
Il bianco divenne l'emblema della causa ommayyade. «I cronisti designavano i movimenti della rivolta ommayyade con l'espressione "imbiancare" e, poco a poco, il bianco diventerà l'insegna di ogni opposizione. I Carmati marciano sotto bandiere bianche e, per estensione, si definisce "bianca" ogni religione che si oppone all'Islam». La religione dei ribelli è detta la religione bianca.
L'espressione il Nero e il Bianco significa l'insieme dei sudditi dell'impero, leali e ribelli.
I ribelli persiani sono talvolta detti i Rossi, ma questo appellativo si rifà a un altro ordine di idee. In tempi preislamici, i Persiani e gli stranieri in generale erano detti i Rossi, in opposizione agli Arabi (i Neri); da qui deriva l'espressione il Rosso e il Nero, che indica la totalità degli individui.

7. Gli psicologi hanno distinto i colori caldi e i colori freddi: i primi favoriscono i processi di adattamento e di vitalità (rosso, arancione, giallo) e hanno un potere stimolante, eccitante; i secondi favoriscono i processi di opposizione e di caduta (azzurro, indaco, violetto) e hanno un potere sedativo, tranquillizzante. Numerose applicazioni di questi valori sono state fatte negli appartamenti, negli uffici e nei laboratori, allo scopo di suscìtare lo stato d'animo da essi rappresentato.
Occorre anche tener conto della loro tonalità, della loro luminosità e della loro brillantezza: se sono chiari e luminosi producono un effetto più positivo, ma che può provocare anche un'eccitazione eccessiva; se opachi e spenti, il loro effetto è più interiorizzato, ma può anche diventare assai negativo.

8. 1 sogni colorati sono significative espressioni dell'inconscio, che rappresentano particolari stati d'animo del sognatore e tradiscono le diverse tendenze delle pulsioni psichiche. Nella concezione analitica (secondo C. G. Jung) i colori esprimono le principali funzioni psichiche dell'uomo: pensiero, sentimento, intuizione, sensazione.
L'azzurro è il colore del cielo, dello spirito: sul piano psichico, è il colore del pensiero.
Il rosso è il colore del sangue, della passione, del sentimento.
Il gìaIlo è il colore della luce, dell'oro, dell'intuizione.
Il verde è il colore della natura e della crescita: dal punto di vista psicologico, indica la funzione percettiva (funzione del reale), la relazione esistente fra il sognatore e la realtà.
Talvolta, osserva J. de la Rocheterie «un oggetto o una zona onirica attira l'attenzione per la vivacità dei suoi colori, come per sottolineare l'importanza del messaggio che l'inconscio rivolge alla sfera cosciente. Raramente, tutto il sogno risplende di colori vivaci e, in questo caso, i contenuti dell'inconscio sono vissuti con una grande intensità d'emozione, ma queste emozioni possono essere estremamente diverse perché, come i colori nascono dalla varietà delle ondulazioni della luce, così l'emozione varia il tono del colore»,

9. Secondo la símbologia rnassonica, il bianco corrisponde alla Saggezza, alla Grazia e alla Vittoria; il rosso all'Intelligenza, al Rigore e alla Gloria; l'azzurro si accorda alla Corona, alla Bellezza, al Fondamento; il nero, infine, corrisponde a Malkuth, il Regno. L'azzurro è anche il colore del Cielo, del Tempio, della Volta stellata.
Gli operai portano dei nastri fissati al cappello, al bastone e all'occhiello; i Tagliatori di pietra del «Dovere di Libertà» portavano nastri verdi e azzurri all'occhiello destro; i Falegnarnì dello stesso Dovere infilavano nastri verdi, azzurri e bianchi all'occhiello sinistro. La sciarpa, secondo il Rito Francese, è blu; nel Rito Scozzese è, invece, azzurra bordata di rosso: da dualità dei colori del cordone dice Henri Jullien, «può essere considerata come la traduzione di due forme, positiva e negativa, dell'energia tellurica e del magnetismo universale ... ». «I1 rosso e l'azzurro» secondo Fréderic Portal, «raffigurano l'identificazíone dell'amore e della saggezza.» «I1 rosso ... » dice Jules Boucher, «rende sensibile un'irradiazione, un'estensione del senso spirituale.

10. Anche l'alchimia possiede una sua scala di colori: secondo un ordine ascendente, essa attribuisce il nero alla materia, all'occulto, al peccato, alla penitenza; il grigio alla terra; il bianco al mercurio, all'innocenza, all'illuminazione, alla felicità; il rosso allo zolfo, al sangue, alla passione, alla sublimazione; l'azzurro al cielo; l'oro alla Grande Opera.
da Jean Chevalier - Alain Gheerbrant, Dictionnaire des symboles, Paris 1969

 

 

 

 


 

 

il colore socondo Itten

il simbolismo del colore

la sezione aurea

il triangolo



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