|
il simbolismo del colore
l. Se la cromatologia si è molto evoluta, in
particolare in questi ultimi anni sotto
l'influenza di Kandinsky, Herbin e Henri
Pfeiffer, la simbologia del colore conserva
tutto il suo valore tradizionale. 2. Il primo
carattere del simbolismo dei colori è la sua
universalità, non soltanto geografica; esso è
presente a tutti i livelli dell'essere e della
conoscenza (cosmologica, psicologica, mistica,
ecc.); le interpretazioni possono variare (il
rosso, per esempio, può ricevere diversi
significati a seconda delle aree culturali), ma
i colori restano, sempre dappertutto, i supporti
del pensiero simbolico. I sette colori
dell'arcobaleno (fra i quali l'occhio può in
realtà distinguere più di 700 sfumature) sono
stati messi in corrispondenza con le sette note
musicali, i sette cieli, i sette pianeti, i
sette giorni della settimana, ecc.; taluni
colori rappresentano gli elementi: il rosso e
l'arancione: il fuoco; il giallo o il bianco:
l'aria; il verde: l'acqua; il nero o il marrone:
la terra. Essi rappresentano anche lo spazio:
l'azzuro, la dimensione verticale, azzurro
chiaro in cima (cielo) azzurro scuro alla base;
il rosso, la dimensione orizzontale, più chiaro
a oriente, più scuro a occidente. Rappresentano
anche: il nero, il tempo; il bianco,
l'intemporale; e tutto ciò che accompagna il
tempo, l'alternanza dell'oscurítà e della luce,
della debolezza e della forza, del sonno e del
risveglio. Infine, i colori opposti come il
bianco e il nero indicano il dualismo intrinseco
dell'essere. Un vestito bicolore; due animali
l'uno di fronte all'altro o addossati, uno
bianco e uno nero; due danzatori, uno bianco e
uno nero ecc.: queste immagini colorate
traducono i conflitti di forze che si
manifestano a tutti i livelli d'esistenza, dal
mondo cosmico al mondo più intimo, il nero
rappresentando le forze notturne, negative e
involutive, il bianco le forze diurne, positive
ed evolutive.
Occorre ricordare che l'oscurità è il dorninio
del germe e che il nero, come è stato ben
sottolineato da C.G. Jung, è il luogo delle
germinazioni: è il colore delle origini, degli
inizi, degli occultamenti, nella loro fase
germinale, precedente all'esplosione luminosa
della nascita. Forse è questo il significato
delle Vergini nere, dee delle germinazioni e
delle caverne, come l'Artemide di Efeso dal
volto scuro e luminoso.
2. I colori presentano un simbolismo cosmico e
intervengono come divinità in diverse
cosmogonie; svolgono un ruolo importante, per
esempio, nel racconto della creazione dei Sole
presso i Navaho: «I Navaho avevano già
parzialmente separato la luce nei suoi diversi
colori. Presso il suolo era il bianco, che
indicava l'alba; sul bianco era diffuso
l'azzurro, per il mattino; sopra l'azzurro era
il giallo, simbolo del tramonto del sole; e su
questo era il nero, immagine della notte». Nel
corso del mito, il bianco si presenta poi sotto
forma di perle, mentre l'azzurro ricorre sotto
forma di turchese.
Secondo lo stesso autore il simbolismo cosmico
dei colori presso gli Indiani Pueblo è il
seguente: Giallo Mais = Nord; Azzurro = Ovest;
Rosso = Sud; Bianco = Est; Macchiettato: Al di
sopra; Nero = Al di sotto; luogo del focolare
acceso, Centro del Mondo = Multicolore. Presso
gli Indiani della Prateria: Rosso = Ovest;
Azzurro = Nord; Verde = Est; Giallo = Sud.
Secondo gli Andamani, l'uomo possiede un'anima
rossa e uno spirito nero; dall'anima viene il
male e dallo spirito il bene. Secondo Erodoto la
città di Ecbatana aveva sette mura dipinte con i
colori dei sette pianeti ed era concepita come
un microcosmo.
In certe tradizioni agrarie europee, si dipinge
sull'ultimo covone della mietitura una testa
nera con le labbra rosse: originariamente, i
colori magicosimbolici dell'orgasmo femminile.
In occasione della festa indiana della
vegetazione, il Loli, si scatena un'orgia
collettiva durante la quale gruppi di uomini e
di bambini percorrono le strade aspergendosi con
polvere di holi e con acqua arrossata, essendo
il rosso il colore vitale per eccellenza.
Gli Aztechi, come la maggior parte dei popoli
amerindi, hanno una sola parola per designare
l'azzurro o il verde; il simbolismo delle pietre
azzurre o bluverdi presso di loro è doppio: da
un lato un simbolismo solare, associato al
turchese, pietra del fuoco e del sole, segno di
siccità e di carestia (l'azzurro o il verde è
qui un succedaneo del rosso); dall'altro, il blu
verde della pietra chalchiuite che si
introduceva a guisa di cuore nel corpo dei morti
è un simbolo lunare di fertilità, di umidità e
una promessa di rinascita. Questo è lo stesso
colore del serpente piumato (le piume blu verdi
dell'uccello Quetzal, simbolo della primavera) e
del pesce chalchiuitl.
Per molti Indiani dell'America del Nord, a
ciascuno dei sei settori cosmici è associato un
colore sacro: il Nord è Giallo, l'Ovest è
azzurro; il Sud rosso, l'Est bianco; lo Zenit
(l'alto) è multicolore; il Nadir (basso) nero.
Per gli Alakaluf della Terra del Fuoco, l'uomo
occupa il centro di una sfera ideale, in cui i
quattro venti sono rappresentati da quattro
colori simbolici: azzurro = cielo, Nord; verde =
Terra, Sud; rosso = sole levante, Est; giallo =
roccia, cioè le montagne rocciose dietro cui
cala il sole, soggiorno occidentale del Tuono e
dei morti.
3. I colori rispondono anche a un simbolismo di
ordine biologico ed etico. Presso gli Egizi, per
esempio, il valore simbolico dei colori
interviene molto spesso nelle opere d'arte. Il
nero è «segno di rinascita postuma e di
sopravvivenza eterna»; è il colore del «bitume
che impregna la mummia», il colore degli dei
Anubis e Min, il primo che introduce i morti
nell'altro mondo, il secondo che presiede alla
generazione e alle messi. Il verde tinge
talvolta il nero Osiride, perché è il colore
«della vita vegetale, della gioventù e della
salute. La pelle di Amon, dio dell'aria, si
tinge di azzurro puro. Il giallo era l'oro, la
carne degli immortali. Il bianco era anch'esso
fausto e gioioso... Il rosso è, nella sua
connotazione migliore, violenza temibile; nella
peggiore, perversa malvagità. Il rosso è il
colore maledetto, quello di Seth e di tutto ciò
che è dannoso. Gli scribi intingono la loro
penna nell'inchiostro rosso per annotare le
parole di cattivo augurio, come i nomi di
Apopis, il demone serpente delle sciagure, o di
Seth, il dio del male, il Tifone del Nílo».
4. Il simbolismo del colore può assumere anche
valori eminentemente religiosi. Nella tradizione
cristiana il colore è partecipazione della luce
creata e increata; le Scritture e i Padri della
Chiesa esaltano continuamente la grandezza e la
bellezza della luce. Il Verbo di Dio è detto
«luce che viene dalla luce» e gli artisti
cristiani, di conseguenza, sono i più sensibili
a questo riflesso della divinità che è «la
struttura luminosa dell'universo. La bellezza
dei colori nelle miniature e nelle vetrate è
straordinaria... L'interpretazione dei colori si
ricollega alle norme dell'antichità, evocando le
pitture egiziane arcaiche. Il colore rappresenta
una forza ascensionale in questo gioco di luce e
ombra nelle chiese romaniche, dove l'ombra non è
l'inverso della luce, ma l'accompagna per meglio
valorizzarla e collaborare alla sua
espansione... Vi è una presenza solare magnifica
non soltanto nella chiesa, ma nella liturgia che
celebra l'incanto del giorno».
Tuttavia, per lottare contro l'eccessiva
seduzione esercitata dalla natura su coloro che
non ricollegano direttamente a Dio le sue
bellezze, san Bernardo raccomanda il chiaroscuro
nell'architettura cistercense; un capitolo del
suo Ordine esige che le lettere iniziali abbiano
un solo colore e siano senza fioriture.
Nonostante ciò, Suger macina lo zaffiro per
ottenere l'azzurro dei suoi vetri. Non bisogna
contentarsi di ammirare la bellezza dei colori,
ma bisogna coglierne il significato ed elevarsi,
tramite essi, fino alla luce del Creatore.
L'arte cristiana è giunta a poco a poco, senza
farne una regola assoluta, ad attribuire il
bianco al Padre, il blu al Figlio, il rosso allo
Spirito Santo; il verde alla speranza, il bianco
alla fede, il rosso all'amore e alla carità, il
nero alla penitenza, il bianco alla castità.
Per Filone di Alessandria, quattro colori
riassumono l'universo rappresentando i quattro
elementi costitutivi: il bianco, la terra; il
verde, l'acqua; il violetto, l'aria; il rosso il
fuoco.
Gli abiti liturgici o i paramenti da cerinionia
che completano questi quattro colori
rappresentano l'insieme degli elementi
costitutivi del mondo e associano così la
totalità dell'universo alle azioni spirituali.
5. Anche in Africa il colore è un simbolo
religioso, carico di significato e di potenza. I
diversi colori sono altrettanti mezzi per
accedere alla conoscenza dell'altro e agire su
di lui. Essi sono investiti di un alone magico:
«il bianco è il colore dei morti. Il suo
significato rituale va ancora oltre: colore dei
morti, serve ad allontanare la morte e gli si
attribuisce una grande potenza curativa. Spesso,
nei riti d'iniziazione, il bianco è il colore
della prima fase, quella della lotta contro la
morte...
Il giallo ocra è il colore neutro, intermedio,
quello che serve a decorare i fondi, poiché è il
colore della terra e delle foglie morte... Il
rosso è il colore del sangue, colore della
vita... Le giovani madri, i giovani iniziati,
gli uomini maturi nei riti stagionali, sono
tutti ornati di rosso e gocciolanti di unguenti.
Il nero, colore della notte, è colore della
prova, della sofferenza, del mistero. Può essere
il nascondiglio dell'avversario negli agguati...
Il verde è impiegato raramente da solo, le
foglie verdi sono ornamento degli iniziati nella
fase della vittoria della vita».
6. Nelle tradizioni islamiche, il simbolismo dei
colori è molto ricco e permeato anch'esso di
credenze magiche.
A) Gli animali neri sono considerati nefasti: un
cane nero causa la morte nella famiglia; le
galline nere sono impiegate nella stregoneria.
Il nero è anche utilizzato come incantesimo
contro il malocchio o per influire sul tempo,
secondo il principio della magia omeopatica. Il
bianco, colore della luce, è, al contrario, di
buon augurio: una virtù magica è attribuita al
latte, in parte per il suo colore; a Fez,
durante le feste di fidanzamento, i promessi
bevono latte per rendere la vita bianca. Nei
matrimoni in campagna si cosparge la sposa di
latte. Farina, latte e uova sono i cibi
favorevoli, come pure il candido argento. Quando
una persona è malata e si legge su di essa un
incantesimo o le si fa una magia, bisogna che
essa dia al medico o allo scriba qualcosa di
bianco.
Anche il verde è di buon augurio: è simbolo
della vegetazione; offrire a qualcuno un oggetto
verde, soprattutto al mattino, gli porta
fortuna; si getta dell'erba in direzione della
luna nuova per rendere il mese verde, cioè
benedetto. Inoltre si ritiene che la verzura,
cresciuta grazie all'acqua, fonte di vita,
produca un effetto benefico sul morto,
trasmettendogli l'energia vitale. In alcune zone
del Marocco si pongono anche rami di mirto o
foglie di palma sul fondo della tomba.
Il giallo, colore dell'oro e del sole, possiede
una virtù magica; lo zafferano deve le sue
proprietà curative al suo colore.
B) I colori veicolano anche a un altro livello
di simboli: per i mistici, una scala di colori
rappresenta le manifestazioni della Luce
assoluta nell'estasi. Così, in Jalál Al Din
Rúmi, una scala va dall'azzurro al rosso, al
giallo passando per il bianco, il verde,
l'azzurro chiaro, fino alla luce senza colore.
Un'altra scala va dal bianco (colore
dell'Islam), al giallo (colore del credente), al
blu scuro (colore della buona azione), al verde
(colore della pace), all'azzurro (colore della
certezza intuitiva), al rosso (colore della
Gnosi), al nero (colore dell'Esistenza divina,
cioè il colore in senso proprio, nel quale sono
compresi tutti i colori e nel quale non se ne
possono riconoscere altri).
Secondo Rúmi, il rosso e il verde rappresentano
anche la grazia divina che porta all'anima il
messaggio della speranza quando essa si trova
nell'oscurità. Il rosso proviene dal sole e, per
questo, è il migliore dei colori.
Secondo il metodo del dhikr (invocazione del
Nome divino), presso i maestri naqshbandìti, si
distinguono i centri sottili dell'essere umano
associandovi le luci corrispondenti; quindi, la
luce del cuore è gialla; la luce dello spirito è
rossa; la luce del centro sottile, detto il
segreto, bianca. Il centro detto nascosto è
nero. «Il più nascosto ha una luce verde».
Jili, nel suo trattato sull'Uomo Perfetto (Insan
al kamil dichiara che i mistici hanno visto i
sette cieli elevantisi al di sopra delle sfere
della terra, dell'acqua, dell'aria e del fuoco e
che possono interpretarli per gli uomini
sublunari: a) Il Cielo della Luna, invisibile
per la sua sottigliezza, creata dalla natura
dello Spirito, dimora di Adamo; il suo colore è
più bianco dell'argento; b) Il Cielo di
Mercurio, dimora di alcuni angeli, creato dalla
natura del pensiero; il suo colore è grigio; c)
Il Cielo di Venere, creato dalla natura
dell'immaginazione, dimora del Mondo delle
Similitudini; il suo colore è giallo; d) Il
Cielo del Sole, creato dalla luce dei cuore; e)
Il Cielo di Marte, governato da Izrail, angelo
della morte, questo cielo, creato dalla luce del
giudizio, è di colore rosso sangue; f) Il Cielo
di Giove, creato dalla luce della meditazione e
abitato dagli angeli con a capo Michele, è di
colore azzurro; g) Il Cielo di Saturno, creato
dalla luce della Prima Intelligenza; il suo
color è nero.
C) Lo stesso autore descrive i sette limbi della
terra, anch'essi corrispondenti a taluni colori:
a) La Terra delle Anime, creata più bianca del
latte ma divenuta colore della polvere dopo che
Adamo ebbe camminato su di essa dopo la Caduta,
a eccezione di una regione nordica, abitata
dagli uomini del Mondo Invisibile; b) La Terra
delle Devozionì, abitata dai Ginn che credono in
Dio. Il suo colore è quello dello smeraldo; e)
La Terra della Natura, dal colore giallo
zafferano, è abitata dai Ginn non credenti;d) La
Terra della Cuncupiscenza, abitata dai demoni, è
di colore rosso sangue; e) La Terra dell'Eccesso
(arz al tughyán), abitata dai demoni, è di
colore azzurro indaco;
j~ La Terra dell'Empietà (arz al ilhdd), è nera
come la notte; g) La Terra della Miseria (arz al
ahaqawá), suolo dell'Inferno.
D) Dai sette cieli e dalle sette terre, passiamo
all'uomo interiore e ai sette colori degli
organi della fisiologia sottile. Secondo Alá Al
Daula Semanani (XIV secolo) «la colorazione
caratteristica delle luci, corrispondenti ai
veli che avvolgono ciascuno i relativi centri
sottili, rivela al pellegrino la tappa della
crescita o dell'itinerario spirituale in cui
egli si trova. La luce del corpo (l'Adamo del
tuo essere) è di colore grigio fumo, tendente al
nero; quella dell'anima vitale (il Noè del tuo
essere) è azzurra; quella del cuore (Abramo) è
di colore rosso; quella del foro interno (Mosè)
è bianca; quella dello spirito (David) è gialla;
quella dell'arcano (Gesù) è di un nero luminoso;
quella del centro divino (Maometto) è di colore
verde vivo, perché il verde è più appropriato al
segreto del mistero dei Misteri.
E) I colori hanno, nell'Islam, anche un
significato politico: il nero è entrato, con gli
Abbasidi, negli emblemi del Califfato e dello
Stato in generale e gli stendardi neri sono
diventati il simbolo della rivolta abbàside.
Secondo Búkhari, il Profeta portava un turbante
nero il giorno del suo ingresso alla Mecca; si
dice che anche il suo stendardo personale, detto
AI 'Ikab, fosse nero (ma, secondo altre
tradizionì, era verde).
Un detto afferma che gli Arabi indossavano un
turbante nero solo quando avevano da compiere
una vendetta.
Il nero era il colore del lutto in Iran e questa
usanza si è trasmessa all'Islam. Lo storico
magrebino Makkarí dice che, presso gli antichi
Musulmani spagnoli, il bianco era segno di
lutto, ma, presso quelli Orientali il colore del
lutto era il nero.
Si trovano così congiunte le nozioni del lutto,
di vendetta e di rivolta.
Il Califfo portava un mantello nero e
un'acconciatura alta dello stesso colore; ci si
recava a palazzo vestiti di nero e i notabili
andavano alla moschea indossando vestiti neri; i
vestiti d'onore erano neri, come anche nero era
il guardaroba di un grande personaggio, le
stoffe, le cortine della sala d'udienza. Il velo
della Ka'ba è nero. Indossare vestiti bianchi
veniva imposto come punizione.
Poiché il colore nero era l'emblema degli
Abbasidi, gli Alidi, per opposizione, adottarono
il verde; all'inizio del suo regno il califfo
Ma'mun, simpatizzante degli Alidi, aboli l'uso
del nero.
Il bianco divenne l'emblema della causa
ommayyade. «I cronisti designavano i movimenti
della rivolta ommayyade con l'espressione
"imbiancare" e, poco a poco, il bianco diventerà
l'insegna di ogni opposizione. I Carmati
marciano sotto bandiere bianche e, per
estensione, si definisce "bianca" ogni religione
che si oppone all'Islam». La religione dei
ribelli è detta la religione bianca.
L'espressione il Nero e il Bianco significa
l'insieme dei sudditi dell'impero, leali e
ribelli.
I ribelli persiani sono talvolta detti i Rossi,
ma questo appellativo si rifà a un altro ordine
di idee. In tempi preislamici, i Persiani e gli
stranieri in generale erano detti i Rossi, in
opposizione agli Arabi (i Neri); da qui deriva
l'espressione il Rosso e il Nero, che indica la
totalità degli individui.
7. Gli psicologi hanno distinto i colori caldi e
i colori freddi: i primi favoriscono i processi
di adattamento e di vitalità (rosso, arancione,
giallo) e hanno un potere stimolante, eccitante;
i secondi favoriscono i processi di opposizione
e di caduta (azzurro, indaco, violetto) e hanno
un potere sedativo, tranquillizzante. Numerose
applicazioni di questi valori sono state fatte
negli appartamenti, negli uffici e nei
laboratori, allo scopo di suscìtare lo stato
d'animo da essi rappresentato.
Occorre anche tener conto della loro tonalità,
della loro luminosità e della loro brillantezza:
se sono chiari e luminosi producono un effetto
più positivo, ma che può provocare anche
un'eccitazione eccessiva; se opachi e spenti, il
loro effetto è più interiorizzato, ma può anche
diventare assai negativo.
8. 1 sogni colorati sono significative
espressioni dell'inconscio, che rappresentano
particolari stati d'animo del sognatore e
tradiscono le diverse tendenze delle pulsioni
psichiche. Nella concezione analitica (secondo
C. G. Jung) i colori esprimono le principali
funzioni psichiche dell'uomo: pensiero,
sentimento, intuizione, sensazione.
L'azzurro è il colore del cielo, dello spirito:
sul piano psichico, è il colore del pensiero.
Il rosso è il colore del sangue, della passione,
del sentimento.
Il gìaIlo è il colore della luce, dell'oro,
dell'intuizione.
Il verde è il colore della natura e della
crescita: dal punto di vista psicologico, indica
la funzione percettiva (funzione del reale), la
relazione esistente fra il sognatore e la
realtà.
Talvolta, osserva J. de la Rocheterie «un
oggetto o una zona onirica attira l'attenzione
per la vivacità dei suoi colori, come per
sottolineare l'importanza del messaggio che
l'inconscio rivolge alla sfera cosciente.
Raramente, tutto il sogno risplende di colori
vivaci e, in questo caso, i contenuti
dell'inconscio sono vissuti con una grande
intensità d'emozione, ma queste emozioni possono
essere estremamente diverse perché, come i
colori nascono dalla varietà delle ondulazioni
della luce, così l'emozione varia il tono del
colore»,
9. Secondo la símbologia rnassonica, il bianco
corrisponde alla Saggezza, alla Grazia e alla
Vittoria; il rosso all'Intelligenza, al Rigore e
alla Gloria; l'azzurro si accorda alla Corona,
alla Bellezza, al Fondamento; il nero, infine,
corrisponde a Malkuth, il Regno. L'azzurro è
anche il colore del Cielo, del Tempio, della
Volta stellata.
Gli operai portano dei nastri fissati al
cappello, al bastone e all'occhiello; i
Tagliatori di pietra del «Dovere di Libertà»
portavano nastri verdi e azzurri all'occhiello
destro; i Falegnarnì dello stesso Dovere
infilavano nastri verdi, azzurri e bianchi
all'occhiello sinistro. La sciarpa, secondo il
Rito Francese, è blu; nel Rito Scozzese è,
invece, azzurra bordata di rosso: da dualità dei
colori del cordone dice Henri Jullien, «può
essere considerata come la traduzione di due
forme, positiva e negativa, dell'energia
tellurica e del magnetismo universale ... ». «I1
rosso e l'azzurro» secondo Fréderic Portal,
«raffigurano l'identificazíone dell'amore e
della saggezza.» «I1 rosso ... » dice Jules
Boucher, «rende sensibile un'irradiazione,
un'estensione del senso spirituale.
10. Anche l'alchimia possiede una sua scala di
colori: secondo un ordine ascendente, essa
attribuisce il nero alla materia, all'occulto,
al peccato, alla penitenza; il grigio alla
terra; il bianco al mercurio, all'innocenza,
all'illuminazione, alla felicità; il rosso allo
zolfo, al sangue, alla passione, alla
sublimazione; l'azzurro al cielo; l'oro alla
Grande Opera.
da Jean Chevalier - Alain Gheerbrant,
Dictionnaire des symboles, Paris 1969
|
il colore socondo Itten
il simbolismo del colore
la sezione aurea
il
triangolo
|